Denominazione Friuli Isonzo DOC
Vitigni 48% Malvasia, 31% Friulano, 21% Riesling
Regione Friuli Venezia Giulia
Gradazione 13,5% vol
Formato 0,75 l
Al naso compaiono intensi aromi di frutta gialla e frutta tropicale, tra cui il mango, il lytchee e il frutto della passione, note floreali di rosa e di tiglio, sentori agrumati di arancia e speziati di chiodi di garofano e spezie dolci.
Al palato è aromatico, pieno, elegante, caldo e avvolgente, connotato da un buon corpo e da una piacevole freschezza, a tratti sapida. Questo bianco della cantina Vie di Romans è un vino profondo, morbido e succoso che colpisce la sua eleganza.
Colore giallo dorato carico.
Il Flors di Uis della cantina Vie di Romans viene prodotto a Mariano del Friuli, in provincia di Gorizia, in Friuli Venezia Giulia. Questa espressione è ottenuta da un blend di uve Malvasia Istriana, Riesling Renano e Tocai Friulano provenienti dai vigneti Boghis, Ciampagnis e Vie di Romans situati a circa 29-34 metri di altitudine con diverse esposizioni. Le viti, che hanno un’età media di circa 25 anni, vengono allevate a spalliera su terreni ricchi di scheletro caratterizzati da suoli limoso-argillosi di colore rossiccio, dovuto alla presenza di ossido di ferro.
Il Flors di Uis di Vie di Romans è prodotto con uve attentamente selezionate e raccolte interamente a mano nella prima metà del mese di settembre. I grappoli, raggiunta la cantina, vengono diraspati e sottoposti a una breve macerazione a freddo per poi essere pressati e svolgere la fermentazione alcolica in contenitori di acciaio inox a una temperatura controllata di circa 16-19 °C per almeno 18-22 giorni. Successivamente si procede all’affinamento del vino per almeno 8 mesi in contenitori di acciaio inox sui propri lieviti, per poi essere imbottigliato e proseguire la sua maturazione in bottiglia per ulteriori 10 mesi prima della messa in commercio.
Il Signor Gallo, titolare che gestisce l'azienda di famiglia, sostiene che attraverso un'intima consapevolezza dell'ambiente, l'uomo può compiere il primo passo nell'orchestrare gli strumenti della viticoltura verso un obiettivo preciso. L'uomo si posiziona così al centro del processo, scoprendo il suo ruolo sia come creatore che come parte di un mondo molto più grande di lui, che alla fine si ritira nel mistero. L'interfaccia, il dialogo, dell'uomo e della terra, dell'uomo e il linguaggio articolato del mondo creato, tira fuori da sé qualcosa di nuovo e diverso, di singolarmente complesso e meraviglioso.