Denominazione Friuli Isonzo DOC
Vitigni 100% Malvasia Istriana
Regione Friuli Venezia Giulia
Gradazione 14% vol
Formato 0,75 l
Al naso esprime un bouquet ampio, floreale e fruttato con note di mandarino, frutta fresca esotica, fiori di tiglio e agrumi.
In bocca è morbido, equilibrato, si confermano i sentori fruttati del naso. Finale fresco e persistente.
La Malvasia Dis Cummieris di Vie di Romans è un vino aromatico, che si presenta nel bicchiere con un bel colore giallo paglierino dorato.
Da provare fresco come aperitivo da bere fresco o in abbinamento a piatti a base di pesce, i primi piatti leggeri, i risotti e le paste.
La Malvasia “Dis Cumieris” è un vino friulano dotato di un’aromaticità persistente, vero e proprio biglietto da visita di questa bottiglia, realizzata con cura dalla cantina Vie di Romans. Un bianco che, in bocca, colpisce per freschezza e impronta sapida, due caratteristiche che rendono l’esperienza di beva esaltante. Un’etichetta che mette d’accordo il parere delle principali riviste di settore italiane, che non si fanno pregare nell’attribuire al “Dis Cumieris” punteggi a dir poco interessanti.
La Malvasia “Dis Cumieris” nasce dalle uve in purezza di Malvasia, coltivate all’interno della DOC Friuli Isonzo, più precisamente nei vigneti di proprietà della cantina a Mariano del Friuli. Qui le viti, la cui età media è giovane, crescono con il sistema del cordone speronato, in un territorio dal caratteristico colore rossastro a causa della forte presenza di ossidi di ferro e alluminio. Gli acini, una volta raccolti e giunti nei locali adibiti alla vinificazione di Vie di Romans, fermentano in acciaio per 18 giorni, a una temperatura controllata ricompresa fra i 16 e i 19 gradi, senza svolgere la malolattica. Si procede dunque con l’affinamento, che avviene sempre in acciaio per 8 mesi, periodo in cui il vino rimane a maturare sui lieviti.
Il Signor Gallo, titolare che gestisce l'azienda di famiglia, sostiene che attraverso un'intima consapevolezza dell'ambiente, l'uomo può compiere il primo passo nell'orchestrare gli strumenti della viticoltura verso un obiettivo preciso. L'uomo si posiziona così al centro del processo, scoprendo il suo ruolo sia come creatore che come parte di un mondo molto più grande di lui, che alla fine si ritira nel mistero. L'interfaccia, il dialogo, dell'uomo e della terra, dell'uomo e il linguaggio articolato del mondo creato, tira fuori da sé qualcosa di nuovo e diverso, di singolarmente complesso e meraviglioso.